Il mondo è strano.
Passi un'intera vita a costruirti delle certezze che poi vengono demolite il giorno dopo dal più semplice degli eventi.
Forse per questo sarebbe sempre bene dubitare, soprattutto sulle cose positive di oggi (non è detto che lo siano domani).
Ma il senso di straniamento che ti danno quelle che da negative d'improvviso si abbandonano a qualcosa di cui hai poco o nulla da ridire, è quasi indescrivibile.
Vittorio Feltri nella parte della sua onorata carriera che ricordo ha scritto alcuni degli articoli più beceri del mondo giornalistico. Sempre ruvido e violento, imbevuto di una strana morale tra la millantata rivoluzione berlusconiana e una sua personalissima visione di rivoluzione.
Di certo era stato sempre ben distante da una visione liberale vera (seppure da quelle parti se ne parli assiduamente, di questa rivoluzione "liberale" mai esistita).
Dunque, il mio pensiero più maligno è che nel suo ultimo articolo la Mondadori gli abbia chiesto di sponsorizzare il libro. Sono quelle spiegazioni semplici che cerca la mente per non spaziare troppo.
Ma anche se fosse, è ben strano il Vittorio Feltri che presenta il libro di Anna Paola Concia "La storia dei miei capelli bianchi", una biografia della vita di una lesbica nell'Italia che è stata e che è tuttora, tra i primi innamoramenti e le lotte per l'affermazione del diritto.
Di certo un libro interessante, che forse mi premurerò anche di leggere rassegnandomi alla Mondadori (i libri non hanno colpa Francesco, fai finta che sia così), ma che Vittorio Feltri ne scrivesse un articolo condivisibile e aperto, questo era imprevedibile.
A leggerlo pare quasi di interrogare qualcuno delle associazioni di parenti e amici del mondo lgbt, un po' ingessato e ancora poco avvezzo a trattare l'argomento senza imbarazzi, ma pieno di voglia di predicare agli altri il diritto all'esistenza dell'amore omosessuale.
Cosa è successo? Una studiata posa pro Mondadori o sta risorgendo anche in questo vecchio editorialista uno spirito seppellito per anni?
Il Feltri giovane e agguerrito che sfidava il potere spesso, forse davvero liberale, ritorna dopo il tramonto del Silvio nazionale?
Se la seconda opzione si prendesse come buona, quali sorprese ci riserverebbe la totale uscita di scena del Berlusconi, oggi ancora in bilico sulla porta?
Qui al crollo di un impero si rivolta tutto.
Attenzione alle cose più impensabili.
Intanto leggetevi l'articolo.
(E nei commenti, notate quanto sembra ormai distante anni luce, Vittorio Feltri dai suoi lettori)
http://www.ilgiornale.it/interni/amore_e_famevalgono_tuttianche_gay/10-05-2012/articolo-id=587210-page=0-comments=1
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