lunedì 14 maggio 2012

Città del Vaticano: La gran prostituta







Tralasciando il crollo fisico che ho avuto per qualche ora al fine di recuperare le forze, sono appena tornato dalle mie visite Vaticane (Musei, Basilica di San Pietro).

Sono arrivato, come promesso ieri in lungo e in largo con l'intento di portare la mia invasione all'interno delle mura papaline, come ieri siamo stati invasi silentemente dagli eserciti pontifici noi, e anche dai loro mercenari.

Il problema è che quando sono arrivato dentro le mura, ho trovato l'invasione già in atto, le profanazioni già in corso.

Oggi queste profanazioni, questi bivacchi di stranieri, li chiamano "Ingressi al Museo" e seguono precise strategie d'azione. Si inizia in una fila lungo i bastioni del Michelangelo dove tutti gli invasori aspettano diligentemente il loro turno di saccheggio, e su e giù, figure di mercanti arrivano a frotte, pronte a vendere diritti prioritari di prelazione che chiamano "visite guidate con ingresso privilegiato" per soli 35 Euro.

Chi sono questi invasori che si allisciano contro le mura, pronti al loro turno d'azione?
Così come chiamammo "Lanzichenecchi" in generale tutti gli autori del sacco di Roma a dispetto della nazione che li generò, questi li chiamiamo "Turisti" e se ne vengono da ogni luogo dell'orbe cristiano e anche da le terre degli indiani e dei saracini.

Cosa vogliono i Turisti? Vogliono entrare nelle ricche collezioni della nostra Roma antica e rapire a brano a brano li celebri pezzi che il Michelangelo e il Sanzio, il Giotto e Gentile da Fabriano, Fra Angelico e Tiziano Vecellio, Paolo Veronese o il Bernini, come Lionardo o Michelangelo da Caravaggio, o lo Correggio ed il Guercino, lasciarono come testimonianza dello loro sublime passaggio terrestre a questa vita.
Ma non disdegna il Turista neanche de l'antichità de Roma imperiale o delli Greci che si conserva entro quelle mura. Li piace anche lo etrusco o l'egizio, se ve ne trova.
Per lo Turista, come per ogni saccheggiatore, l'importante è la roba.

Mi trovavo pur preso da sentimenti di guerra in questa masnada senza fine, e d'improvviso mutai la mia mente per non confondermi a queste genti, e da invasore diventai cavaliero difensore sì, ma dei savi nomi e della culta antichità delle nostre genti.
E quanto ce n'era da salvare!

Per alto prezzo i mercanti facevano entrare dopo l'attesa i Turisti entro le mura di San Pietro.
15 de nostri euro. Avanti finché c'è posto, avanti fino a scoppiare.

Cominciai ad aggirarmi per le stanze, rallegrato dal vedere l'opere dei nostri massimi progenitori, ma quale tristezza assieme , miei amici!

Sorretti erano come di mercati della carne e lasciati lì in esposizione, quadri e torsi, statua a figura intera e vasche de sarcofago, icone de la vera fede e candelabria de antichità.
Camminavo schiacciato nella folla degli invasori e calpestavamo di tanto in tanto delli mosaici di Roma antica, che piangevo nel cuore a dover passare su questa belva o su quel mostro con lo mio piede.

Nei punti dove non erano sospinti dalla marea, li saccheggiatori si davano da fare.
Toccavano e ritoccavano le statue, rovinandole le soffocavano, ed io m'avvicinavo come moderno Don Chisciotte allo gregge rozzo delle pecore a scacciarle con lo viso truce e parlando le parole che sapevo de le loro lingue di lontano.

Era una lotta impari.
El turista tutto tocca, tutto annusa, tutto mangerebbe se potesse, anche lo marmolo.
Seduto sta su li bassorilievi, lascivo usura a furia di tocchi li piedi delle statue, profane o sacre, violenta ogni cosa come fosse sua e la lascia poi, bambino volubile, come fosse un gioco ormai obsoleto.
Ma soprattutto lo Turista fotografa.
Lo Turista che fotografa è el peggior esempio de la sua crapuloneria.

Arriva, mentre percorre i corridoi che portano alla divina opera de lo Sanzio e del Michelagniolo (che si chiamano "Stanze di Raffaello" e "Cappella Sistina" ) e camminando dietro ai suoi simili ogni tanto si ferma e fotografa, spesso nello buio, pezzi di soffitto dello '800 che li paiono antichi, angoli d'arazzo, pezzi d'affresco che gli riesce di fare, statue de' romani prese al tradimento, e tutto questo accumula e arrotola nella memoria della sua macchina di ripresa, perché un giorno lo possa tirare fuori tra la sua gente e mostrar a loro invidiosi le sue spoglie di pessime foto e pessimi ricordi, per la invidia e la passione di quelli miseri che lo ascoltano parlare.

Lo Turista è pessimo maggiormente nel farsi le foto in su le statue antiche danneggiate dallo tempo. Egli si mette lì a fare finta de rimetter con sue membra i pezzi che alle statue difettano. E le tocca, ci si arrampica, ci ride de sopra, come asino.

E in tutto questo i mercanti che gli hanno fornito l'accesso sicuro ridono contando i suoi soldi, e se vuole gli offron anche ristoro.
Per spiarli sono entrato in un ristorante che (orrore!) misero nel cortile della Pigna. Presi i loro menu, ma li chiusi subito quando lessi "litro uno di acqua, euro 4".
Questo è il dare da bere agli assetati?
I mercanti vendono tutto quel che possono, nelle mura del Vaticano.

A ogni passo vedi spuntare negozi di ricordi e "souvenirs". Nei corridoi pitti, nei cortili, all'inizio e alla fine, e nel mezzo, dovunque.
Audioguida, costo, 7 Euro.

Così li Turisti ruinano tutto, con all'orecchio le guide de quello che stanno ruinando, pagate carissime.

Tentai di scappare da tutto questo dopo avere visto li gruppi in quartiere nella stanza de la Segnatura e lo grande scempio nella Cappella Sistina.
Lunga fuga ho fatto e tutta segnata de orrori.
Fino alla fine, dove trovai bloccata la scala per scendere all'uscita de fuori, per costringere tutti a far lo giro lungo e a passare di fronte ai banchi dei venditori di stampe e ricordi.

Senza indugio nonostante la fatica che ebbi a lottar con i Turisti, decisi di raggiungere la Basilica Vaticana, dove poter trovare le radici d'una perduta cristianità.
Ma anche qui, quale tristezza amici miei.
La piazza del Bernini bloccata di qua e di là da alte transenne, e ancora i Turisti accalcati in fila lunga per ammassarsi allo ingresso.
In mezzo a loro mi feci strata, e stavo per entrare con lo capo coperto in segno di rispetto per lo santo luogo.
Quando un birro mi si pare di fronte e mi urla: "Nella Chiesa si entra a capo scoperto!".
Cosa?
Che cosa?
Dovrei entrare nella chiesa senza alcun copricapo? Come il più misero degli uomini, che non può permettersi neanche una pezza per coprir i suoi capelli?
Io vi ignoro, mio bel birro, che parlate con bocca doppia del vostro concilio di Trento che voleva tutti ridurci schiavi.

Io come un vero gentiluomo entro nella navata colla chioma pudicamente raccolta nel mio leggero copricapo de cotone.

Ma eccoli, li vedo che mi inseguono, che di gran carriera arrivano.
"Via il copricapo!"
"Perché?"
"Mi capisci, via il copricapo?"
"Io son italiano e la capisco benissimo, le sto chiedendo perché dovrei toglierlo."
"Ma come perché? In chiesa si entra da sempre a capo scoperto!"

Sempre? Sempre mio bel signore? Che diavolo ne sapete voi del sempre? Ottusi neanche vi chiedete il perché vi abbiano costretto a togliere il cappello, per simboleggiare la vostra schiavitù.
Ed ora io dovrei togliermi il copricapo?
Questo vi toglie il sonno?
E non i migliaia di Turisti che fate entrare nella Santa Basilica a toccare e lordare tutto quel che trovano?
Non vi turba che come usurai siate in tutte le porte a chiedere, a chiedere. Sette euro per la cupola. Sette euro per lo tesoro di Pietro. 4 Euro per un litro de acqua.

Non vi turba il fatto che i luoghi de preghiera che fingete di difendere siano penetrati ogni secondo da uomini pieni di macchine fotografiche che vi gabbano dicendo che andranno a pregare?
Non vi turbano questa marea che un giorno vi farà sprofondare nelle fiamme del vostro inferno?

Vi turba il mio copricapo.
Costretto con la forza, fieramente scopro la mia criniera, che mi sia testimone chiunque, furono questi mercanti a costringermi a mancare di rispetto al titolare di questa basilica.

Bloccato dal proseguire per qualche lunghissima funzione in latinorum di cardinali e prelati nella navata di centro, esco disfatto dalla Basilica Vaticana invasa.
Fuori, sotto la scalinata del Bernini, m'aspettano altri negozi de memorabilia e cazzate.
Mi accolgono sorridenti e compiaciuti i due compari, Giovanni Paolo e Benedetto.
Lì si vendono i loro libri, le loro foto piccanti, le loro statuine e le loro monete, e se volete anche le indulgenze plenarie.

Senza più forze corro vio, con la coda dell'occhio spio un qualche parroco de sud de america, con il suo codazzo di bambini da oratorio, vestiti di tutto punto, pronti alla corruzione.

Morti sono i Buonarroti, i Sanzio, i Della Porta. Morti i Vecellio e i Barbieri, i Carracci e i Merisi, i Botticelli e i Pippi.
Morti i Della Rovere, morti i Pamphilji (quasi), morti i Caetani e gli Orsini, morti i Barberini e Colonna ora è un nome da cuochi.

Seppure anche loro non siano stati santi, erano pur sempre uomini.
Ora che rimane se non una gran prostituta che si vende al mondo per lusingarlo e comandarlo?

Il presente è un mercato, anche per il Vaticano.
Preparano i soldi e la prepotenza per comprare le nostre anime a prezzi di svendita.
Non lasciateli passare.

Preparate la resistenza.







"...Ha tredici anni, il suo nome è Isotta 
andrà in sposa a un mostro. Salvala
ma come farò se tutti sono mostri
se il gioco ne vomita sulla strada
a milioni?"





Solo dopo aver finito tutto mi accorgo di non avere finali che possano sembrare anche vagamente lieti o speranzosi, per questo mio resoconto sciolto.

Ci ho provato sopra, ma non mi convinco molto.
Mi sento solo circondato da un gran senso di depressione e di paura.








(Anche sul video della canzone ormai c'è della pubblicità.
La lascio così, perché faccia male)

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