martedì 8 maggio 2012

A monte il governo Monti






Ormai ce semo, e quel che è fatto è fatto.

Le elezioni sono fuori e i tecnici e i tecnici dei tecnici ci dicono ancora che gli italiani li vogliono al lavoro.

Gli italiani li vogliono nelle loro università private a rodersi il fegato sugli affari dei loro istituti di credito ammerricani.
Basta che non disturbino troppo.

Con un ribaltametno così totale, il minimo sarebbe deporre la corona e andarsene, e non sparare cose tronfie su "quelle riforme che servono al paese"

Ma eccoli questi timidi, carini, posati, tecnici. Entrano chiedendo perfavore, e poi uccidono chiunque li guardi un po' male, urlandogli anche in faccia ingiurie.

Il tempo tuttavia, è scaduto, professore.
Siamo alle porte della rovina, e forse la preferirò a lei, così posato, così assassino.

Almeno dalla notte può nascere un bosco. Dal deserto una vita.

Siamo pronti adesso, come un corpo morto che imprigiona un malato terminale, a staccare la spina.

Mare dentro.

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