lunedì 18 giugno 2012

Assalto vaginale e altre azioni di guerriglia.







Immoralità minori:

Mi è capitato ultimamente di discutere di una questione stupidissima (stupida per l'argomento assolutamente poco importante, ma anche per l'essenza stessa della discussione, parecchio inconsistente, ma ormai è andata, comunque) con una o più rappresentanti del genere femminile.

Ad una mia semplice constatazione, od obiezione se preferite, è stata contrapposta una risposta che qui come in altre occasioni mi ha lasciato di sale, come vuole la tradizione biblica, o di merda, se preferite essere prosaici.

La risposta, già rimasticata in altre occasioni era un suggerimento più o meno velato a pensare di più alla figa e a non contraddirla, affermando con convinzione che io con la succitata figa abbia un pessimo rapporto.

Fosse la prima volta che sento cose del genere, potrei derubricarle a semplici iniziative personali di menti sperdute nel territorio, ma mi è capitato spesso di iniziare anche discussioni più impegnative con una donna e di finire a sentirmi dire questa cosa per aver sostenuto fortemente una tesi contrapposta a quella della mia avversaria.
Giocoforza, accade quasi sempre quando tale donna è una Donna di Successo (Copyright, tutti i diritti riservati).

Magari hanno anche ragione le varie oppositrici che si sono succedute sul fatto che scopo poco, specie se facciamo un confronto diretto, ammetto di non essere mai stato troppo bravo a saltare di letto in letto, di fare fatica a conquistare le persone, ma soprattutto di non essere troppo ossessionato dal mio pene.
Ci conosciamo, c'è un rapporto di reciproca stima, abbiamo passato tante peripezie. Ma sono io che decido per lui, non il contrario.

Tenuto conto di questo, magari hanno anche ragione ad imputare al fatto che scopo poco, che non ne ho voglia assiduamente, la mia inclinazione a fare altro, tra cui dubitare, parlare, mettere in discussione.
Oh, mi piace parlare con le altre persone, lo aspetto sempre con piacere.

Ma considerando il fatto che il non dedicare al sesso una parte preminente della mia vita mi permette di inseguire molte delle cose con cui indago le mie ansie più profonde,i miei assurdi d'esistenza, che mi dà la lucidità di cui ho bisogno nella lotta contro me (che forse, potremmo dire, mi salva la vita), il loro consiglio di scopare di più, e più un consiglio o una jettatura?

Ci si è sempre lamentati nei secoli che gli uomini ragionino solo con i loro testicoli.
Millenni di furiosa lotta per l'emancipazione devono servire dunque alla donna per avere il diritto di ragionare il mondo di vagina?

Magari qualcuna si sente esaltata da questo strapotere che deriva dal fatto di poter fare leva sulla libido maschile, ad avere stuoli di ammiratori pronti a strisciare o potenti protettori di cui disporre, solo per avergli fatto odorare la zona sottoventrale, ma che miseria è mai questa?

Una libertà cortigiana attardata a secoli ormai morti, e sicuramente Madame de Pompadour era più fine ed abile in questo gioco squallido.

Chi punta la vagina come una bombarda pronta a sparare non è molto migliore di chi brandisce il suo pene come un randello da menare.

Capisco come questi discorsi siano ormai fuori tempo massimo, ma dove è finita la ricerca di una eguaglianza, dove gli studi di genere, la pretesa di un posto nella storia?
Generazioni di donne arrestate, rivoluzionarie fucilate, artiste russe che dibattevano ferocemente con i colleghi uomini sul mondo giusto che doveva venire, reggiseni bruciati e capelli impettinabili, ringhi feroci e spiriti indomiti.
Ci hanno portato alla libertà di scegliere che vestito indossare, che capello avere, quante foto farsi ogni giorno, quanti commenti ricevere, e a vantarsi del proprio sesso usandolo come merce di scambio e come dittatore implacabile.
Qui tra le altre cose il discorso potrebbe benissimo essere oramai unisex, ma gli uomini sono talmente rozzi che alle parole sostituiscono quasi sempre le botte o i grugniti.
Il vanto della vagina e il desiderio intorno ad essa invece, sono una vera raffinatezza.

La cosa più di ogni altro sentimento mi rende triste, perché non fa altro che confermare questo nuovissimo atteggiamento ipersessuale e spregiudicato la nostra società vergognosamente patriarcale, dove non si ringhia contro gli uomini per essere donne, ma al massimo per essere femmine alfa, degne di maschi alfa.

Non ci sto.
Il mio essere uomo si ribella a questo da un lato proprio per una questione di genere.
Non è accettabile infatti di arrivare all'estremo opposto dell'essere zittito perché uomo in una questione da un intervento d'estremismo femminile.
Sono nato di sesso maschile e posso continuare a parlare finché voglio senza essere deriso e ridotto ai miei ormoni e al mio membro. (Se questo suona vagamente vicino al femminismo anni '60 con la sola differenza del genere, ne posso essere solamente onorato)
Nessuna, come nessuno, può permettersi di zittirmi riducendomi a un oggetto sessuale.
E sono disposto a lottare per questo come per qualsiasi giusta causa.

Dall'altro lato, il mio essere umano si ribella.
Io litigo con le donne così come faccio con gli uomini, allo stesso modo le sfido, le porto a discussione, le combatto, le tratto duramente quando sento di dovere. Così rido e scherzo, e parlo e mi muovo, e sono felice a volte, con donne e uomini allo stesso modo.
Questo perché trovo in chi corrispondo la stessa umanità di cui sono composto, e assicuro a ciascuno tutto il mio rispetto.

E il rispetto di una persona, della sua intelligenza e della sua umanità, spinge a volte anche a scontrarsi duramente. Non ne ho paura e lo ritengo un atto prezioso, quanto o più del sesso.
Non sono galante, e me ne vanto di fronte a voi.
La galanteria degli uomini tutti presi a scherzare c a adulare la donna non è altro che la forma più bieca di maschilismo, in cui le donne sono viste come cose graziose da proteggere e da lusingare, da tenere al caldo dei propri desideri, a fare cose frivole e a occuparsi di bellezza mentre gli uomini fanno girare il mondo.
Disgustoso.

La donna è per me la mia pari, e non saranno mai oggetto di mala discriminazione i nostri organi sessuali.
Un uomo e una donna sono capaci delle stesse sensazioni, degli stessi pensieri, di varie e molte abilità.
Se esistono differenze e distanze (e chi potrebbe negarlo?), non sono tra una cosa superiore e una inferiore, ma tra due mondi legati che si avvicinano e si allontanano in continuazione, parti comuni e luoghi distanti.
Una promessa che faceva (e forse ancora fa) parte di quella voglia di cambiare tutto.

Per questo si ribella il mio interiore a la vagina usata come arma, alla volgarizzazione sessuale, all'oggettivizzazione della mente e del corpo trasformati in buchi, al mondo tornato cortigiano in maniera orrendamente democratica.

E la mia ribellione qui mi fa stare, né posso spostarmi.
È un dovere che ho da fare.




Forse sono entrato con poca grazia e senza stile in un argomento delicato, come un orso lanciato attraverso una finestra.
Magari tutto questo ti sembra vagamente sessista lettore.

Ma se vuoi vedere qualcosa di veramente sessista, perché non fai un giro in una piazza italiana il sabato, piena di ragazzine in minigonna e trucco pesante, costrette ancora in questo tempo a icone femminili totalmente dedicate al piacere dei maschietti ben vestiti che ronzano loro intorno?

Il crimine più grande? L'operazione che c'hanno fatto addosso per farci credere che questo sia tutto espressione della nostra libertà.


Qualcuno, ultimamente, ci prega almeno di vergognarci (e anche se lo fa solo astutamente per soldi, lo fa con voce ben tornita. Mi permetto di utilizzarla, con le dovute riserve)

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