giovedì 31 maggio 2012

Se il 2 Giugno. Un popolo di artisti.





Flash: Amici  si stanno battendo in questo momento perché la parata militare del 2 Giugno venga annullata.
Eliminando dal novero quelli che ne fanno una precisa scelta antimilitarista da sempre, molti sono convinti che un atto del genere sarebbe doveroso e d'aiuto nei confronti del terremoto emiliano.
Io stesso non sono mai stato un amante del passo dell'oca ma in questo momento mi viene da chiedere (e in questo convengo con Cruciani di Radio 24, si sfracellino i Monti per questo) cosa c'entri, e a cosa gioverebbe.

1-I soldi




Se state pensando, amici, che si possa recuperare anche un solo euro annullando la parata a due giorni dall'inizio, siete fuori strada, e fuori tempo massimo.
Sono state date commesse, appalti, sono stati mobilitati uomini (nessun mezzo invece, pare, quest'anno, ma secondo me questo l'avevano già deciso per la benzina che non si possono permettere) e come è ovvio in questa nostra bella e onorata società debitoria e indebitata, oramai non c'è più un soldo da recuperare, anzi, sicuramente qualcuno c'avrà messo dentro qualche contratto capestro pieno di penali, per cui, per un annullamento, si arriverà probabilmente a pagare il doppio di quanto si deve adesso (non ho informazioni precise al riguardo, ma ho visto un bel po' di contratti d'appalto dello Stato, essere firmati a queste condizioni).
Per quanto riguarda i soldi, l'annullamento è davvero inutile, anzi, può diventare dannoso, stiamo attenti, in periodo di soffocamento, a non buttare ulteriori debiti sulla pira, che non aiuterebbero di certo nessuno, figuriamoci i terremotati.

2-I morti






"..."Tu qua' Natale...Pasca e Ppifania!!!
T''o vvuo' mettere 'ncapo...'int'a cervella
che staje malato ancora e' fantasia?...
'A morte 'o ssaje ched''e?...è una livella.

'Nu rre,'nu maggistrato,'nu grand'ommo,
trasenno stu canciello ha fatt'o punto
c'ha perzo tutto,'a vita e pure 'o nomme:
tu nu t'hè fatto ancora chistu cunto?

Perciò,stamme a ssenti...nun fa''o restivo,
suppuorteme vicino-che te 'mporta?
Sti ppagliacciate 'e ffanno sulo 'e vive:
nuje simmo serie...appartenimmo à morte!"


Alcuni pensano che sia irrispettoso andare avanti nei festeggiamenti di una Repubblica Italiana o delle Forze Armate in un momento come questo. Immaginano forse la via della morte e della tragedia come un gran silenzio e una prostrazione totale. Muti, statuari, davanti alla morte e alla distruzione, coi capelli scompigliati e strappati, e un vento tra i capelli da sud-ovest. Ci nutriamo spesso di immagini.
Ma la parata del 2 Giugno non è più irrispettosa della morte e della devastazione che uscire il 2 Giugno per andare al Rainbow Magic Land (e dato che sono sulla via per arrivarci, se volete posso farvi la cronaca di quanti ci andranno) o a fare shopping, o rimanere in casa a grattarsi gli zebedei tutto il giorno di fronte al televisore.
O il 2 Giugno saranno tutti in preghiera per i nostri amici emiliani?
Il 2 Giugno (già ne parlai tempo fa, per il 25 Aprile) non è una festa, di quelle da intendersi con cappellini di carta a punta, champagne e Maracaibo, il 2 Giugno è un rito civile (e, bene o male che vada, militare) si celebra per le strade la nostra Repubblica (malata, malatissima, ma i padri costituenti ne erano pur abbastanza fieri, dopo anni di sofferenza) e, per quelli a cui piacciono, le Forze Armate.
Un'occasione di incontro nelle piazze che forse a livello simbolico vale qualcosa in più che niente.
Al di là di questo, i morti sono morti, e queste sono solo scaramucce tra vivi.
Per i vivi invece che dire? Modna e Ferrara il giorno dopo avevano già voglia di ripartire, testarde e fecali, che senso avrebbe stare a commiserarli in silenzio come fossero malati di uno stadio terminale?
I morti non hanno più bisogno di nulla.
I vivi hanno bisogno di una speranza.
Di rumore.
Di vita intorno.
Anche di bellissime parole inutili.
Molto di più, dell'aiuto che potremo dargli.
Rinchiudere tutto in un silenzio di morte, in uno stop preselettivo, può solo generare depressione e senso di sconfitta totale.
Spero non vogliate rifare il sacramento e il catafalco de L'Aquila, il charity show all'aria aperta di Silvietto.
Badiamo ai vivi, dopo aver badato ai morti, e badiamoci anche il 3 Giugno. Non facciamo tanto rumore per la pagliacciata di una parata, per poi fare tanto silenzio subito dopo.
Ma sto diventando stantio, prossimo punto.



3-Il Genio Militare






Alcuni dicono che i militari in parata dovrebbero essere mandati nelle zone terremotate ad aiutare nei lavori.
Questo è molto idiota, amici.
Tra volontari, vigili del fuoco, militari, carabinieri, polizia, guardia di finanza, protezione civile, guardia forestale e abitanti sfollati, quanti credete che possa sopportare la pur fertile Emilia?
All'epoca del terremoto aquilano bloccarono molti di quelli che volevano partire perché il flusso troppo alto di persone nelle zone post-sisma sarebbe stato solo dannoso. Ci vuole la gente in numero giusto, a lavorare, ci vuole coordinamento.
Se saranno mandati i militari in Emilia, ci saranno quelli che servono, di certo non tutto l'esercito, non è una guerra d'occupazione (fortunatamente).
E in parata c'è una rappresentanza dell'esercito, della marina, degli altri corpi. Non sono certo tutti lì.
Un po' di lucidità.


4-I ricordi stagionali degli italiani









Mi chiedo alla fine se sia solo questo a muoverci, il fatto di annullare la parata di un anno, e la gara di solidarietà su twitter a chi scrive la cosa più fantasiosa per fare abolire la parata di un anno.
Dove erano tutti questi terribili antimilitaristi il giorno in cui abbiamo spedito soldati in tutti i fronti della guerra interplanetaria?
Dove erano tutti questi sismologi, geologi, ingegneri, architetti, tutta questa varia umanità che ora si dà tanta pena per denunciare che il terremoto è gestito male, e dove si dovrebbero mandare i militari, e cosa gli si dovrebbe far fare, dove erano nel 2003, quando variò la valutazione di rischio sismico in quella zona d'Emilia? E se ne parlava anche da prima, ma mettiamo dal 2003, che divenne legge.
In 9 anni (nove, anni. In cinque si tirano su complessi monumentali) dov'è stata questa torma di esperti, invece di pensare a consolidare e ristrutturare? E non parlo solo d'Emilia, il 70% degli edifici a rischio in Italia non è ancora antisismico.

Siamo un popolo episodico.
Ci riempiamo la bocca e la mente, ci facciamo grancassa e banditori, solo in occasione di grandi gesti artistici.
Il nostro ideale d'uomo è quello con la parolaccia in bocca, fotografato nell'attimo in cui fa un gestaccio.
Il teppista, il ribelle.
L'uomo che fa sfogo del suo ego da una piazza o da un balcone, o da una predella.
Siamo tutti allenatori, il giorno dopo la partita.

Vogliamo finirla con questa pantomima da melodramma?
Passiamo da tragedia in tragedia sempre dalla parte dei giusti e degli onesti, indignati con questo, indignati per quello.
Ma dov'è il quotidiano, l'ovvio, il banale e il solito?
La giornaliera pervenzione che in nove anni non riusciamo a tirare su?
Roba noiosa, lo ammetto, è meglio fare gli artisti, lanciarsi in scene dalle tinte forti e in chiaroscuro, dove rilasciare battute memorabili (su internet).

Sarà questa la celebrazione della Repubblica Italiana? Il querulo pettegolare della piazza e del bar su motivi da osteria, senza mai uscire dalla Repubblica degli Eroi, e dei Miti Intoccabili, e del Bene che vince sul Male.
Favole da pub hobbit.

Ma che continuiamo a raccontarci, perché sono un modo di morire un po' meno peggiore.

Domanda Finale

Andrai tu a spalare i detriti, cittadino che così tanto ama l'Emilia?
Controllerai il livello di antisismicità della tua casa? Convincerai il tuo comune a indire una campagna di controllo?
Sarai tu contrario alle guerre future che ci proporranno, cittadino che è contro il militare?
Urlerai ad alta voce che comprare 17 aerei caccia pure difettosi e pagarli miliardi è uno spreco?

O continuiamo a mandare sms di carità su cui lucrano le compagnie telefoniche, e a fare finta che basti cambiare il termine "guerra" in "missione di pace" per avallare un massacro (di soldati, mandati a morire nell'ignoto, di civili, uccisi perché su qualcuno si dovrà pur sparare) ?


La risposta, come sempre, a piacere, e non riceverà alcuna valutazione.

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