venerdì 27 aprile 2012

Un sottile strato di cobalto






"...Yanez de Gomera se regordet cume l'era?
adess biciclett e vuvuzela e g'ha el Suzuki anca Tremal Naik...
Yanez de Gomera se regordet de James Brook?

El giüga ai caart giò al Bagno Riviera
e i hann dii che l'è sempru ciucch
stuzzichini, moscardini e una bibita de quartu culuur
abbronzati, tatuati i henn pirati vegnüü de Varees
la pantera, gonna nera, canottiera, cameriera
moev el cüü anca senza i gettoni
ma l'è che dumà per cambiàtt el büceer
Sandokan in soe la spiaggia cui müdand della Billabong
G'ha l'artrite e g'ha el riporto,
partiss per Mompracem cul pedalò
e i Dayki cun scià la Gazzetta
g'hann mea teem per tajatt el coo
i lassen la spada suta l'umbrelon e fan più danni con l'iPhone..."



"Stendi la coca sulla scrivania
ma con due caffè hai già l'aritmia
hai cerchi in lega e assetto ribassato
ma la tua Punto ha il motore scassato
chissà che cos'è che non ha funzionato
cattivo che non hai pagato, ti han scritto così...

Tua moglie è incinta e pulisce le scale
dai suoi ha ereditato la casa popolare
la tele vi aiuta a passar le serate
col megaschermo e le calze bucate
chissà che cos'è che non ha funzionato
il futuro te l'han pignorato, è andata così..."



Un giardino di coniglietti suicidi è nascosto dietro a un sottile diaframma.
Guardali negli occhi.
A volte sono prepotenti e vincenti.
Camminano su dei SUV mentre organizzano meeting sul loro iPhone e si stropicciano il vestito di sartoria nelle lunghe file del Raccordo Anulare.
Il loro schermo è una collezione di gadget elettronici.
La televisione al plasma e la caffettiera elettrica. Il forno a micronde e il frigo americano, quello che fa il ghiaccio.
Le scarpe a duecento euro, gli orridi gioielli d'oro o acciaio, che stanno su solo per il loro spropositato costo.
Come concubine nascoste dietro i loro paraventi.
Basta poco.

"...Accendete, spegnete, coprite. Che m’importa di queste lanterne? Quello che capisco è che qui, in questa casa, non ci sono esseri umani. Ci sono topi, gatti, cani, ma esseri umani, di certo no. Non è meglio, allora, andare lassù, in quella stanza, e impiccarsi?"


C'è un giardino di coniglietti suicidi nascosto da una serie di cazzate elettroniche e di costosi simboli di stato.
Basta poco che uno di loro verrà a guardarti negli occhi per farla finita in qualche maniera fantasiosa mentre ancora ti squadra.
Guardalo negli occhi. Rappresenta la tua chiamata.
Abbiamo avuto del tempo per illuderci di essere forti, con le nostre ore forzatamente felici e le applicazioni da scaricare a soli cinque dollari.
Siamo dignitosamente arrivati a non mangiare più pur di trovarci ancora un'altra estate in vacanza in qualche luogo pieno di altra gente che ha digiunato come noi.
Noi credevamo.
Che l'importante fosse la vacanza, non il digiuno.
Il segno di una vittoria evidente. Per i registi che orchestrano il grande spettacolo della nostra società.

Non siamo mai stati uomini dorati. Piombo placcato d'oro, quello sì.
Ma ora è arrivato quell'ovvio momento in cui la placcatura comincia a scrostarsi via.
C'è un coniglietto che ci guarda negli occhi e si toglie la vita.
Lui sa che quest'anno non basterà digiunare per andare in vacanza.
Cristo, non basterà neanche digiunare per comprare il cibo.

C'erano giorni in cui l'ultimo dei nostri problemi sarebbe stato trovare da mangiare.
Trascorsi. Quanta gente ora che digiuna a casa tua.

C'erano coniglietti capitani d'azienda. C'erano coniglietti operai. C'erano coniglietti impiegati. C'erano coniglietti al governo. Non che importi, alla fine.
"Siamo libri di sangue, dovunque ci aprano, siamo rossi dentro"
Dove diavolo l'ho sentita, questa?

Il gioco è finito. Te lo dice la tua fame.
Te lo dicono gli esattori a mani tese con sguardo truce.
Gli stessi che ti promettevano un futuro brillante, quella volta sorridevano.
Te lo dice un piccolo coniglietto di fronte ai tuoi occhi che fa volare via la sua anima con un colpo deciso.
Alla fine siamo soli, chico.
Si può essere talmente soli in una piazza moderna.

Come il tipo che si è fatto saltare il cervello in piazza Syntagma ad Atene.
Nei giardini, composto, con qualche parola di commiato.
Un rituale civile, e poi lo sparo.
L'esplosione che avverte gli altri coniglietti che uno di loro ha eseguito il passaggio.

Ed in lungo e in largo per tutta Europa si ripetono rituali educati o scomposti.
Parole d'addio ed epitaffi. Maledizioni o silenzi di tomba.
Morte poi galoppa, di qua e di là, perplessa da questo piano feroce.
Forse anche la guerra grande, aveva più senso.

Alla fine di questa era, vedrete, ce l'avremo fatta a salvare i paludamenti delle nostre istituzioni finanziarie.
Saranno molto utili per quella razza che ci sostituirà a seguito della nostra estinzione. Io punto sull'evoluzione dei bradipi, mi piace il loro stile.

C'è un giardino di coniglietti suicidi. Uno di loro è il nostro. Aspetta che la pressione sia arrivata al livello giusto, per venirci a chiamare.
Ed ora sono tutti eccitati.
La fame li attiva, li attiva la vergogna, li attiva l'umiliazione, la frustrazione che ogni giorno subiamo, sotto la guida illuminata della faccia di turno. Sono talmente disperati che ormai sono loro stessi a distruggere i paraventi dietro i quali ci abbindolavano. Forse tergiversano come possono, mentre la navicella che deve riportarli sul loro pianeta finisce d'essere approntata.

Sempre più rapidamente noi perdiamo il nostro schermo di cazzate, fino a scoprire il gran segreto. Che non siamo altro che inutili scimmie nude e indifese. O forse scopriamo, all'improvviso, che eravamo avvolti in un sudario di stronzate, perché eravamo già morti.
Suicidarsi è solo la formalizzazione dell'atto.

Il nostro coniglietto suicida non aspetta altro che la libertà.
In queste ore, vibra e si scuote come un pazzo.
Sarà per la voce rassicurante dei nostri leaders, con i loro nuovi piani per la crescita.





"La fine va da sé, è inevitabile"







Nessun commento:

Posta un commento